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In ricordo

Fascicolo 1 - Marzo 2025

In memoria del Professore Emanuele Rinonapoli

Authors

Publication Date: 2025-04-24

Abstract

Anche se interrogare la memoria è un esercizio difficile e rammentare il filo dei ricordi potrebbe risultare arduo in questa mia tarda stagione, ho ancora ben presente quando conobbi il Prof. Emanuele Rinonapoli – era il 1968, anni difficili anche nelle Università – alla sua venuta a Perugia da Firenze insieme al Prof Gabriele Stringa chiamato dalla Facoltà alla Cattedra di Ortopedia e alla Direzione della relativa Clinica.

Succeduto dopo cinque anni al suo predecessore che aveva fatto ritorno a Firenze, il Prof. Rinonapoli riuscì in immediatezza a creare una fattiva collaborazione con i medici della clinica mostrando subito il suo talento e inculcando in loro meticolosi e corretti metodi di pensiero e di azione non disgiunti da una men che corretta  professionalità.

Potenziò senza indugi la pratica dell’osteosintesi (già avviata dal suo predecessore) estesa anche alla colonna vertebrale, malgrado la poca accondiscendenza della Scuola fiorentina da cui derivava, et alia al trattamento chirurgico delle lesioni traumatiche; incrementò la chirurgia protesica dell’anca e successivamente anche del ginocchio cosicché la clinica di Perugia divenne ben presto il caposaldo umbro in questo settore con liste di attesa anche di un anno; sviluppò, inoltre, la chirurgia settoriale della specialità, come la chirurgia della mano e del piede, affidandola ai suoi collaboratori.

In campo scientifico si impegnò molto nella ricerca e esigeva dai suoi che fosse condotta con estremo rigore e i risultati fossero presentati con la massima chiarezza come lui stesso faceva nelle sue presentazioni ai congressi e nelle pubblicazioni.

Aperto al dialogo e alle novità, si aggiornava di continuo attraverso lo studio approfondito delle più prestigiose riviste della specialità e attraverso la partecipazione, molto spesso invitato, ai più interessanti congressi nazionali e internazionali e, dopo attenta ponderazione, metteva in atto il nuovo e stimolava i suoi collaboratori a fare altrettanto.

È stato una persona pragmatica, un Maestro di vita e di scienza senza vaniloqui e senza profluvio di parole, un Direttore autorevole e non autoritario che non chiedeva la dipendenza cieca dei suoi collaboratori; possedeva un alto senso dei doveri di studioso, di ricercatore, di docente, anche dei suoi diretti collaboratori con cui era prodigo di consigli professionali e comportamentali, di chirurgo abile ed essenziale che rendeva ogni gesto  semplice e facilmente imitabile, avendo avuto la fortuna di crescere a fianco di due illustri maestri, Pais e Scaglietti,

Non aveva esitazioni o ripensamenti nell’esercizio dei suoi doveri ma prima di decidere sapeva ascoltare, non chiuso nella sua posizione direzionale, avendo improntato il suo ruolo all’etica della convinzione piuttosto che alle esigenze della situazione.

Ha operato in modo esemplarmente normale per fare ciò che si doveva fare con chiarezza di mente e semplicità di cuore. Schivo del potere di per sé, sobrio nello stile, solido nei principi, ricercava sempre la verità della ragione senza imporre le ragioni dell’autorità convinto che a chi occupa molto tempo per apparire ne resta poco per essere.

Era ricolmo di onestà e di integrità morale che non hanno mai vacillato nell’insidioso percorso di molti lustri di vita accademica e ospedaliera. È vissuto di idee per non morire di potere ma dopo il pensionamento si era messo in disparte spegnendo lentamente la sua luce mentre si avvicinava al secolo di vita. Quando da full professor lo sostituii nella Direzione della Clinica volle farmi un regalo, che custodisco gelosamente, su cui aveva fatto incidere questa locuzione: “In ricordo di una fraterna collaborazione con stima e amicizia”.

Non so dove vanno le persone che ci lasciano ma, ora che la sua voce tace per sempre, noi suoi allievi e collaboratori sentiamo che ci ha lasciati senza lasciarci perché la nostra memoria si preoccupa di tener vivi i suoi saldi principi.

Infatti, come è stato scritto, “Alcuni entrano nella nostra vita e silenziosamente ne escono ma lasciano un’impronta nel nostro cuore e noi non siamo più gli stessi”.

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Authors

Fulvio Pecorelli - Perugia

How to Cite
Pecorelli, F. (2025). In memoria del Professore Emanuele Rinonapoli. Giornale Italiano Di Ortopedia E Traumatologia, 51(1). Retrieved from https://www.giot.it/article/view/1258
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