Abstract
Introduzione. La continua crescita degli interventi di chirurgia protesica ha subito una battuta d’arresto a causa dell’epidemia di COVID-19. Il recupero delle attività richiede strategie idonee a ridurre in sicurezza la durata dell’ospedalizzazione; a tale scopo, sono disponibili sistemi di stratificazione del rischio di eventi avversi, volti a ridurre le complicanze e a consentire una più efficace allocazione delle risorse. Nell’ottica del recupero dei volumi di attività persi, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) e la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) hanno realizzato uno studio multicentrico retrospettivo per identificare e validare variabili e score utili alla selezione di pazienti eleggibili per protocolli accelerati e riduzione dei tempi di degenza. Materiali e metodi. È stato realizzato uno studio retrospettivo per valutare la predittività di indici attualmente in uso nella pratica clinica e di singoli fattori di rischio che hanno impatto sulla durata della degenza, e per identificare un possibile score clinico integrato per individuare pazienti eleggibili a regimi di ricovero breve. Nello studio sono stati inclusi un totale di 1161 pazienti sottoposti a chirurgia protesica elettiva di anca, ginocchio e spalla nel periodo 2019-2020, provenienti da 4 centri: 380 dal Polo Sanitario San Feliciano di Roma (32,7%), 21 dall’Ospedale Versilia di Camaiore (1,8%), 367 dall’ASSTPini- CTO di Milano (31,6%) e 393 dal Policlinico di Bari (33,9%). Risultati. All’analisi univariata è risultata un’associazione statisticamente significativa fra maggiore durata della degenza e sesso femminile, CCI superiore a 3, ASA score superiore a 2. Si è osservata una degenza media superiore per l’intervento al ginocchio (p = ,0,021) e una durata inferiore per la protesi di spalla (p = 0,000) rispetto all’intervento di artroprotesi d’anca. Il modello di regressione lineare multipla ha confermato le variabili significativamente associate a livello 5% con la durata della degenza, a eccezione dell’abitudine al fumo, fornendo i coefficienti per ciascuna modalità rispetto alle categorie di riferimento. L’analisi della varianza associata al modello di regressione ha mostrato valori di R2 pari a 10,6%. Discussione e conclusioni. Singoli fattori di rischio clinici non sembrano influenzare in maniera significativa l’outcome, mentre pesa maggiormente la comorbosità globale, misurata attraverso punteggi cumulativi quali il CCI e l’ASA score. Per contro, gli aspetti organizzativi sembrano influenzare la durata della degenza molto più di quelli clinici. Sarebbe auspicabile uniformare i metodi e gli strumenti di lvalutazione del rischio in chirurgia di elezione e integrare in queste valutazioni le caratteristiche dei singoli sistemi organizzativi che incidono sugli esiti della degenza in ospedale.
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