I cinquant'anni del GIOT

Ebbene sì, 

ci siamo arrivati, quest’anno la Nostra rivista, il Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia compie cinquant’anni!

Per le persone si usa festeggiarle dicendo “i tuoi primi cinquant’anni”, auspicando che possano festeggiare anche i secondi, diventando, quindi, centenarie…

In realtà una rivista scientifica può aspirare ai secondi, ai terzi e perché no, ad infiniti cinquant’anni… e tutti ce lo auguriamo.

Il Giornale – GIOT – nasce dalla intuizione e dalla determinazione di un Grande ortopedico, Giorgio Monticelli, a cui noi tutti dobbiamo riconoscenza per un Giornale che raggiunge il 99,08 % dei nostri soci che 11.130 volte lo consultano e che nel 15% dei casi leggono e “scaricano” gli articoli pubblicati.

È strutturato in numerose sezioni e rubriche:

Editoriale, Focus, Caso Clinico, Storia dell’Ortopedia, Medicina Legale, Linee Guida, Articolo Originale, Articolo di Aggiornamento, A proposito di Farmaci e non solo… e Dallo Scalpello alla Penna.

I genetliaci e le consultazioni così numerose ci hanno convinto ad istituire il premio “Most Wanted”, premiando l’articolo più consultato nell’anno nel corso dell’Assemblea SIOT.

Quest’anno il lavoro Most Wanted è “Edema osseo subcondrale del ginocchio: un approccio terapeutico integrato” di Luca Andriolo, Giuseppe Filardo e Stefano Zaffagnini con 46424 consultazioni. 

Nel 2025 raggiungiamo anche le nozze d’argento con l’Editore Pacini per cui il IV numero del 2024 che uscirà, come d’uso, ai primi di gennaio sarà monotematico: dedicato al Prof. Giorgio Monticelli, all’Editoria Italiana che è evoluta tecnologicamente in maniera eccellente, all’evoluzione della grafica e dello stile del GIOT ed al futuro presente – l’intelligenza artificiale in ortopedia e traumatologia – sogni o incubi?

Vi ringrazio, infine, per il Vostro attaccamento al Giornale della Nostra comunità e per i Vostri contributi che lo rendono uno strumento di informazione, formazione e aggiornamento valido e sempre al passo con i tempi.

Grazie di cuore anche a nome di tutto l’Editorial Board,

Paolo Tranquilli Leali